Sciopero generale: riunione operativa

. 11 dicembre 2008
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Oggi pomeriggio (giovedì 11 dicembre) , ore 18:30, aula Filol. 8
RIUNIONE OPERATIVA in vista dello sciopero generale di venerdì 12 dicembre (domani).
Si discuterà di:

  • contenuti del documento da redigere (?);
  • intervento di uno studente dell'onda calabra durante il comizio in piazza dei Bruzi.
Non mancate... e portatevi la benda da pirata :p



PS. Chiunque legga questo messaggio è pregato di inoltrarlo per fare passaparola tra i colleghi, siamo in truscia(*)!




(*) Dicesi "Truscia" di momento sfavorevole sul piano economico, aggravato da prospettive poco incoraggianti dal punto di vista lavorativo. Insomma: CRISI NERA!

35 commenti:

Anonimo ha detto...

ma che fine ha fatto l'onda?....come mai il blog nn viene più aggiornato?....

Anonimo ha detto...

credo sarebbe il caso di chiudere questo blog è tristissimo vederlo cosi abbandonato. Il comitato unical è sepolto da un pezzo, l'onda calbra è morente, la P2 produce roba sentita, risentita, riscaldata, riproposta e somministrata per l'ennesima volta. Almeno bisognerebbe dare una "fine"più dignitosa a questo blog.

Francesca ha detto...

non è giusto..
la filol8 è una tristezza.. che fine avete fatto?????
io ci credevo, e a quanto pare non sono l'unica.

Anonimo ha detto...

attendo ancora risposte sulla fine dell'onda!!almeno sulla rete la discussione potrebbe continuare dal momento che nella realtà non ci si ritrova più!!!!

Francesca ha detto...

giusy, so solo che singole facoltà stanno andando avanti coi loro collettivi, guarda tra i link il sito del collettivo di scienze politiche o quello di ingegneria. Anch'io sto arrancando in cerca di informazioni.. lettere si è spenta del tutto a quanto pare

Anonimo ha detto...

Apriamo un altro blog?

Anonimo ha detto...

per scriverci cosa?

Anonimo ha detto...

Per Enrico: Come per cosa? Ti copio quello che ha scritto Francesca: "Anch'io sto arrancando in cerca di informazioni". Ecco perchè!

Anonimo ha detto...

Ma informazioni di che? Come se i "capi" delle aule occupate, non lo sapessero fin dal principio che sto movimento dell'Unical sarebbe durato solo fino a quando lo diceva Perrelli!
Ci sarebbe voluta un po' più di lungimiranza, da parte di un sacco di gente che si è fatta abboccare dalla storia dell'Onda "light", pacifica e democratica di cui parlavano tutti quelli che in realtà vi remavano contro.
Quando qualcuno nell'assemblee parlava di bisogno di uscire dalla vacuità delle solite proposte fini a se stesse e politicizzarsi, non diceva troiate...

Anonimo ha detto...

Luciano, scusami, ma che stai a dì?
Il movimento è morto perchè le anime che lo componevano non sono più ruscite a parlarsi e trovare unità d'intenti.
Se realmente - come tu sostieni - tutto dipendeva dalle volontà di un singolo docente, allora ciò vorrebbe dire che il movimento è stato fatto da perfetti automi, quando invece la storia ci racconta che così non è.
Non è la defezione della componente docente ad aver minato le fondamenta del movimento.
Venuta meno una parte l'altra ha continuato a lavorare lo stesso.
Il problema è tutto sul "come" si è condotto questo lavoro.
Guardando gli eventi dall'interno, posso dire (a differenza tua) che l'Onda Calabra è morta per un'eccessiva invadenza di logiche partitiche, le quali hanno portato all'irrigidimento delle posizioni tra militanti autonomisti e militanti di partito. Questi, fin dall'inizio, hanno più o meno cercato di portare dentro il movimento le proprie istanze, finendo inevitabilmente per farle scontrare tra loro a tutto svantaggio del lavoro di chi, invece, era lì (prima degli altri) per far nascere e costruire qualcosa di nuovo.
Il movimento è morto per la mancaza di capacità, da parte di molti, di saper rinunciare totalmente a modi di pensare diametralmente opposti, a vantaggio di un'idea diversa che non fosse imitazione dell'esistente, né la sintesi inconciliabile di due teorie politiche distanti, quanto piuttosto una piattaforma d'intenti condivisibili anche da chi ha sempre rifiutato e sempre rifiuterà le logiche di partito e le logiche da disobbediente.
Il movimento è morto per la voglia indipendentista dei più: ognuno pensava ai cazzi propri e del proprio orticello. L'autonomia dei collettivi è diventata la tagliola del movimento che non era legittimato a prendere più alcuna decisione, al punto che l'Assemblea decideva una cosa un giorno e faceva l'esatto contrario il giorno seguente.
Questo, fondamentalmente, ha ucciso il movimento e quindi non vedo come l'ingresso della dottrina di partito avrebbe potuto salvarlo.
I partiti comunisti sono sempre più piccoli, minoritari, frammentati e litigiosi e nessuno li farà risorgere infilandoli prepotentemente in un movimento, da vampirizzare nella speranza di succhiarne nuova linfa e nuova vita.
Il risultato che si rischia di ottenere è essattamente quello opposto: l'ulteriore presa di distanza della gente da certe pratiche di partito e la totale disaffezione delle masse dalla vita politica.
Perdonami, ma una persona come te che ostenta la sua fede di rifondarolo comunista (più che gusto e legittimo), non è credibile - perdonami - nel momento in cui viene a fare una sbrigativa analisi politica del movimento se ancora - mi pare evidente - non ha del tutto compreso le ragioni della progressiva debacle del comunismo in Italia.
Se non riesci ad accorgerti che certe idee, certi principii, sono ormai del tutto lontani dalla stragrande maggioranza delle masse popolari e studentesche, se non riesci ad accorgerti che il più grande errore dei movimenti comunisti è stato quello di trincerarsi dietro il dogma del partito, abbandonando la politica sul campo (basata sulla pratica del buon esempio), se non ti accorgi dell'ingloriosa fine che rischia di fare il comunismo in Italia e non trovi una spiegazione plausibile (e non di mera retorica campanilista) a tutto questo, non penso che tu possa venire qui a proporre analisi così sbrigative.
Per quale ragione il movimento avrebbe dovuto farsi fagocitare dal manifesto marxista (tanto per dire), per sfornare tesserati di Rifondazione, della Sinistra Critica o del PCL? A che pro?
Per mettere le pezze al culo a una serie di soggetti politici che si sono fatti del male da soli, scomponendosi in piccolissimsi feudi "di sinistra", chiudendosi al dialogo tra loro e puntando a vivacchiare facendo affidamento sui movimenti spontanei, manco fossero il bastone della loro vecchiaia?
E' proprio la logica di parte che ha ammazzato il movimento. Ognuno si è ritagliato il suo orticello sottoforma di collettivo. E la voglia di autonomia, alla lunga, ha prevalso su tutto ed è divenuta causa di solitudine, incomprensioni e divergenze.
Io sono e mi sono sempre ritenuto fieramente comunista, ma prima ancora ho sempre avvertito l'esigenza di essere una libera coscienza. Proprio per questo l'idea della svolta partitica del movimento, sinceramente, mi fa abbondantemente orrore.
Perchè partiticizzare un movimento significa mettere un preciso limite alla partecipazione della gente e chiedere a tutti di accettare il dogma del partito come manifesto d'azione.
In parte è quello che è successo e i risultati si sono visti.
E visto che tu sei un militante del prc, vi consiglio seriamente di aprire un approfondita fase di riflessione sul senso dell'impegno politico di un partito comunista.
Altrimenti continueremo a fare la figura dei borghesi che giocano a fare i proletari e proprio per questo stanno sul culo alla povera gente.
Non siamo più nel '900, dobbiamo cominciare a cambiare modo di pensare, di agire e di comunicare.
Svecchiamoci!


PS. Scusami se ho tradotto "politicizzare" con "partiticizzare", perché un movimento studentesco, in quanto tale, è già politicizzato.
Certamente non è un club di scopa, briscola e tressette.

Anonimo ha detto...

se il movimento è morto perchè non è riuscito a togliersi il cappello dai partitini e soprattutto dai capetti professionisti della rivoluzione, allora penso che si sia meritato la morte e anche la sepoltura!
non bisogna dare sempre la colpa agli altri.

Anonimo ha detto...

Infatti la colpa è di tutti.
Di chi era partito con l'idea di mettere in piedi un movimento apartitico e trasversale e di chi, alla fine, attraverso la pratica quotidiana ha operato affinché nelle assemblee ci si chiamasse "compagni" e si agisse riproponendo precise logiche di partito, insultando o denigrando tutte quelle persone - magari più moderate - che avrebbero voluto partecipare ma sono state fatte oggetti di discutibili provocazioni e battutine idiote.
Alla fine si è rimasti in quattro gatti, che per giunta giocavano a fare gli indipendentisti tra loro.
Di cosa ci si lamenta?
Certo che ci siamo meritati la morte.
Troppe persone avevano interesse, chi per una ragione chi per un'altra, a condizionare pesantemente il movimento.
Tante altre non hanno saputo, invece, opporsi a queste ingerenze destabilizzanti e difatti si è arrivati alla spaccatura.
Ora ce ne si faccia una ragione e la si smetta con queste lacrime da coccodrillo.
Sappiamo bene tutti perché è morto il movimento.
C'è stata una serie di tentativi di forzare la mano, da più parti, per determinare l'affermazione di una corrente sulle altre.
Si è cominciato reclamando l'autonomia dei collettivi, si è proseguito delegittimando il ruolo del Comitato e mettendo in discussione finanche la capacità decisionale del coordinamento generale, a vantaggio dell'oligarchia assoluta (più che dell'autonomia) dei collettivi.
Si è finanche messo in discussione il ruolo della filol 8 come luogo di riunione, preferendo l'assemblea itinerante che - un po' alla volta - veniva decisa in maniera del tutto arbitraria dal primo che si svegliava la mattina e dava le comunicazioni dal blog del proprio collettivo.
Il comitato è morto, il movimento pure. E il fatto che oggi nessuno faccia più nulla, se non all'interno del proprio orticello, per creare coscienza e partecipazione è abbastanza emblematico.
Il fatto che l'importanza di creare una "coscienza collettiva" sia passata in secondo ordine rispetto alle esigenze "autonomistiche" dei collettivi ancora vivi (visto che quello di Economia è già, impietosamente, morto), la dice fin troppo lunga.

Anonimo ha detto...

Bla bla bla... dove eravate dove siete!!!!??? la politica è partecipazione!!!!!!!! uscite dal virtuale. HSL jackunical@inventati.org

Anonimo ha detto...

per jack: i blog servono alla discussione anche se virtuale, sai questa è stata la rivoluzione della rete.
Comunque penso che il problema caro ivan non è la creazione di coscienza collettiva ma l'intensità con cui si crede alle cose che si fanno anche se sono di pochi!

Anonimo ha detto...

Cara giusy, in parte hai ragione in parte no. Nelle cose che si fanno certamente bisogna crederci fino in fondo, altrimenti si rischierebbe di agire per inerzia o per interesse.
Ma guai a fare cose "di pochi", altrimenti si finirebbe per essere elitaristi o anche peggio.
Prendi molte associazioni studentesche e guarda quante belle attività economiche private - ESENTASSE - si sono create. Quello è il frutto del lavoro di poche persone molto convinte e "motivate".
La tua ricetta, come vedi, è un po' troppo semplicistica. Perchè le cose funzionino non basta crederci fino in fondo, ci deve essere anche la buona fede, un progetto realmente valido e condivisibile alle spalle, l'impegno quotidiano e la partecipazione.
Se tu credi realmente che Berlusconi sia una persona capace di curare gli interessi della gente, qualcuno ti prenderebbe per folle. Però tu ci credi veramente... pazienza... si vede che credi in qualcosa di sbagliato.
La prima ragione per cui il movimento si
è sfasciato consiste nel fatto che, ad un certo punto, si è smesso di cercare di avere partecipazione. Tacitamente è passata la logica del: "I gruppi sono fatti, le idee sono decise, le posizioni consolidate... non ci serve altra gente (volti nuovi, menti fresche) all'interno dell'Assemblea. Stiamo bene così, le masse ci servono solo quando dobbiamo raggiungere uno scopo. Per il resto fottiamocene di coinvolgere persone che tanto non verrebbero perché sono pecore...".
E molti di noi se ne sono, appunto, fottuti... senza chiedersi perché ci siamo persi per strada quel capitale intellettuale che siamo riusciti a portare in Filol 8 dal 25 settembre fino al 14 novembre.
Io una spiegazione plausibile ce l'avrei: perché molti di quelli che sono arrivati nel movimento a tavola apparecchiata e a piatto servito, non sanno neppure quale lavoro si è fatto per arrivare al risultato del 28. Non lo sanno perché non c'erano, non lo hanno visto in prima persona, non lo hanno vissuto e si sono visti piombare dal cielo una realtà che non avevano contribuito a creare.
Molte di quelle persone, che quando c'era da lavorare, nel quotidiano, non si sono MAI viste in Filol 8, sono le stesse che poi hanno spinto e operato per la delegittimazione del Comitato e l'autonomia assoluta dei collettivi.
Risultato: la desertificazione delle aule, là dove è avvenuta, e la morte - de facto - di tutti i collettivi (a parte quello di ingegneria, visto che adesso è rimasto l'unico e il solo), sono la prova lampante di come molte persone abbiano agito, appunto, per interesse o per inerzia.
Molte persone, politicamente e umanamente mediocri, hanno voluto fare i capricci a priori e mettere a dura la prova la pazienza della gente, con la teoria del "perchessì": perchè noi dobbiamo fare così e bla bla bla... perchè noi siamo l'onda calabra e bla bla bla... perchè in tutt'Italia fanno così e quindi pure noi (che siamo pecore) dobbiamo fare qualcosa e bla bla bla".
Io aggiungerei: "Perché molti di noi sono figli di borghesi e giocano a fare i proletari, che probabilmente neanche sanno cosa significhi la parola sacrificio e impegno e quindi si sentono in diritto/dovere di poter recitare la parte del fricchettone a convenienza".
Chiusa parentesi.
Senza voler entrare ulteriormente nel merito delle pratiche politiche altrui, possiamo però valutare i risultati raccolti dai singoli collettivi.
Ebbene, mi pare evidente, a questo punto, che l'unico soggetto ancora esistente sia la P2, dove per altro c'è sempre tanta gente.
Ci si è chiesti perché?
Nella P2 le attività culturali/politiche non sono mai cessate. Si sono organizzati, lavorano, volantino, tengono lezioni autogestite... l'aula è sempre piena, viva e attiva anche di sera.
Altrove cosa c'è (o meglio cosa c'è stato)? Il vuoto assoluto.
Come mai? Dobbiamo forse pensare che gli studenti delle altre Facoltà siano stupidi e disinteressati, per cui non avevano voglia di frequentare le brillanti attività dei collettivi o, magari, sono questi ultimi ad aver sbagliato giusto qualcosina da un punto di vista della comunicazione e dei contenuti culturali e politici?
C'è l'onestà di ammettere che in tanti hanno fatto maree di cazzate?
C'è questa onestà?
Evidentemente i ragazzi della P2, diversamente dagli altri, sono riusciti a coinvolgere le persone e farle sentire parte di qualcosa in cui possano realmente identificarsi, anziché vomitargli addosso un delirio ideologico inutile e difficilmente condivisibile già dagli addetti ai lavori, figuriamoci dallo studente medio.
Gli ingegneri evidentemente credono davvero in quello che fanno e, almeno per ora, i risultati continuano a vedersi.
Evidentemente gli altri collettivi (l'ultimo a chiudere i battenti è stato quello di Scienze Politiche), non hanno avuto la stessa lungimiranza politica o, probabilmente, la capacità di sapere creare partecipazione.
Forse perchè credono fino in fondo a qualcosa, che però risulta essere un modello di teoria e pratica politica poco condiviso.
Io, personalmente, non lo condivido... perchè porta all'abuso di alcune pratiche di lotta che, invece, hanno senso quando alle spalle hanno anche un contenuto.
Non lo condivido perché sono convinto che alla base di un'azione ci debba essere un'idea e invece, molto spesso, noi abbiamo ribaltato il criterio riducendoci a cercare a posteriori le motivazioni per un'azione che si voleva a tutti i costi fare...
Quando si verifica un paradosso del genere è segno che si è arrivati davvero alla frutta.
Il contenuto politico non può nascere dopo l'idea di azione e non può essere sostituito dall'azione stessa.
Ogni cosa va fatta al momento giusto e nel modo giusto... senza colpi di testa, senza pretese assurde, senza cercare di calcare la mano per essere a tutti i costi maggioritari all'interno di un'Assemblea. Le cose si fanno con raziocinio ed intelligenza ed io, invece, in quei due mesi ho visto tante, troppe persone che ragionavano più di pancia che di testa.
"Fatti non fummo a viver come bruti"...

antonio ha detto...

caro ivan,
ho letto poche volte il blog e devo dire la verità non avevo mai letto i commenti. Mi avevano consigliato di leggere i commenti e spinto dalla curiosità adesso sono qui che sto scrivendo. Ammetto che non volevo scrivere ma pensandoci bene una delle tante cose di cui ho sentito la mancanza in questa onda calabra è stato un sano confronto, quindi non volevo perdere un'ulteriore occasione.
Delle riflessioni che hai precedentemente svolto, devo dire che su molte mi trovo d'accordo. La fine del 900 ci ha trovato spiazzati senza strumenti per leggere la realtà, i soliti canoni, valori e punti di riferimento sono inapplicabili a noi spetta il difficile compito di rinnovare, di sperimetare nuove pratiche d'azion che sappiano raggiungere gli obiettivo che ci prefiggiamo. Per due tre mesi siamo riusciti nell'impossibile, essere l'unica opposizione reale a questo governo. Abbiamo dettato l'agenda politica, abbiamo imposto i nostri linguaggi il nostro modo di vedere la realtà. A te forse questo può sembrare un "non obiettivo", però come ogni moviemento o azione politica si deve calcolare il la situazione iniziale. Ti ricordo che a settembre non esisteva l'opposizione parlamentare (tuttora non esiste) le televisioni e quindi l'opinione pubblica era (ed è tuttora) sotto un unico dominio. In questa situazione generale siamo riusciti a creare con i nostri mezzi ed i nostri linguaggi un movimento fortissimo, che nonostante tutto si è imposto ed ha fatto passare i suoi valori. Es: noi la crisi non la paghiamo è diventato più di uno slogan, un modo per rispondere alle misure governative di definanziamento del poco di sistema sociale ormai rimasto.
In più il messaggio di tagli all'istruzione che ad Agosto è passato senza colpo ferire è ormai un dato di fatto che nessuno può contestare e tutti sanno.
In poche parole abbiamo vinto. Precisiamo tu ti definisci comunista (anche se poi annunci la fine del 900) noi non abbiamo fatto nessuna rivoluzione, però i movimenti sociali sono a prescindere una vittoria perchè rompono l'atomizazzione del sociale e aggregano soggetti prima comunicanti fra di loro, per dirla in una parola mettono in rete. Io personalmente se non ci fosse stata l'onda non ti avrei mai conosciuto ( per fortuna aggiungeresti tu), così come non avrei conosciuto centinaia di persone. Infine, possiamo dire che è stata un'esperienza bella forte ed anche vincente. Tutti su questo sito compreso tu, tra una lacrima e l'altra annunciano la morte del movimento, su questo non c'è tanto da piangere, i movimenti non sono immortali hanno una vita breve, seppur sembrano tali nel momento in cui li vivi giornalmente. Ma un movimento tecnicamente ha una nascita, un periodo di formazione, arriva ad un picco, e poi cala inesorabilmente fino a scomparire. Quando finisce si può considerare se sia stato un successo, un fallimento o se sia riuscito a canalizzare in altro le forze. Noi possiamo dire in definitiva che, in generale, abbiamo ottenuto un minimo successo. Nel momento in cui muoiono, però, sta alle persone che lo hanno vissuto raccogliere le esperienze e creare qualcosa. Io più volte ti ho chiamato cercando, viste le tue buone competenze (non voglio farti la lavata di faccia), di mettere in piedi un laboratorio di comunicazione. Notavo nell'attività di tutti i giorni quanto un collettivo fosse autoreferenziale perchè troppo attaccato al gruppo ed alle idee che si sviluppavano al chiuso delle aule. la valutazione prendeva atto della necessità in questo momento di rompere l'accerchiamento ad attaccare il potere nei suoi punti deboli, non dobbiamo creare riserve indiane in cui rinchiuderci ma dobbiamo creare conflitto il più generale possibile, per fare questo è necessario imparare ad usare in modo adeguato i canali comunicativi che abbiamo oggi a disposizione, fare denuncia ed inchiesta in modo autonomo (per intederci senza aspettare che lo faccia Santoro). Io ti ho chiamato e tu più volte mi hai dato buca, del resto sono cazzi tuoi.
Passando al concreto della nostra piccola realtà unical, ti ciedi cosa è successo nelle assemblee ed il perchè la filol8 sia morta, io penso che dalle tue parole si evinca molte delle situazioni. Tu parli dicendo che si doveva fare così, e non in quell'altro modo, insomma detti la linea postuma, detti la linea del senno del poi. Questa che compi è una manovra facile, nelle tue analisi dai naturalmente tutte le responsabilità agli altri, mi chiedo tu in tutto questo dov'eri. La filol8 è morta come centro della protesta il 28 Ottobre del 2008, non so se eri presente quella sera in assemblea. Io c'ero e lo dissi, nel momento in cui centinaia di studenti avevano volontariamente occupato le aule ed in quelle stesse ore stavano mettendo in piedi svariate attività, ti chiedo, ancora una volta, come era possibile che queste persone, non oligarchie, potessere sottostare a decisioni prese per loro in un'assemblea nell'aula filo8. Se fosse stato commesso un errore come tu dici, non è da rintracciare nell'autonomia dei collettivi ma proprio nella nascita degli stessi, ed allora ti chiedo come pensi che avremmo potuto fermarli. Infine, ti dico come pensi che le persone che la pensano diversamente da te debbano stare zitti e non possano muoversi per mettere in atto le loro idee, la considerazione che fai tu, se mi consenti, è un pò da dittatore.
Ps comunque il collettivo di scienze politiche non è morto, ha abbandonato l'aula per vari motivi ed adesso inizierà un percorso di autoformazione come laboratorio di comunicazione. Vivrà sotto altre spoglie.

Anonimo ha detto...

Ma quanto siete drammatici....
Il movimento ancora esiste, adesso sono l'unico a dirlo, ma fra un pò ve ne renderete conto tutti...
Certo cambieranno le forme, si muoveranno forze diverse, in modo diverso, ma con il medesimo obbiettivo....Poi, il movimento studentesco è sempre esistito negli anni, nelle università si sono da sempre formate sacche di resistenza al capitalismo, ora spazzato via da questa apocalittica crisi...Ma credete veramente che dopo la meravigliosa onda he ci ha travolto in questi mesi, nel bel mezzo di un momento storico drammaticamente straordinario, con un manipolo di fascisti al potere ed in una Calabria sempre più in rovina, non si ricreino i presupposti per un'altra potentissima onda generazionale che travolga il potere????
Ingenui... l'esercito del surf sta per tornare sulla cresta dell'onda... non temete....

Anonimo ha detto...

salve a tutti.Nn è mio abitudine lasciare commenti sui blog perchè la ritengo una perdita di tempo, ma ora leggendo i 17 su questa sezione nn posso nn dire la mia. Leggendo tutta la rassegna di considerazioni sul movimento quella che mi ha fatto veramente ridere è l'ultima, quella di anonimo. Ciao anonimo, tu dici che qui sn tutti drammatici, ingenui e che l'esercito del surf sta tornando e che nn dobbiamo temere. Mi dispiace dirtelo, ma APRI GLI OCCHI. qui nessuno, o per lo meno la maggior parte di chi ha lasciato i commenti è ingenuo e sa molto bene le ragioni che hanno portato alla morte del movimento, o per lo meno dell'unità del movimento. A me sinceramente che l'onda ritorni nn interessa e lo dico cn grande rammarico, mesi fa nn avrei detto così ma troppe cose sn cambiate. Io ho visto crescere il movimento dai primi di ottobre:ricordo le assemblee in filol8 molto bene, e + di tutte ricordo quella del 27 sera in cui tutti nn sapevamo cosa aspettarci, perchè nessuno si immaginava il successo del giorno dopo. C'ero il 28, e io ho partecipato nel mio piccolo all'occupazione della presidenza della mia facoltà e anche all'istituzione del collettivo. Nonostante tutto,io ho continuato a partecipare alle riunioni nella filol8 a differenza di tanti "compagni" del mio collettivo che vedevano e vedono quell'aula come una specie di covo di disobbedienti. Cerco di arrivare al dunque: perchè l'unità del movimento è venuta a mancare? alla fine ha ragione Ivan quando dice che è colpa di tutti: c'è chi + c'è chi - ha la sua dose di colpe,me compresa. tutti abbiamo sperato che il movimento nn arrivasse al punto in cui è ora, soprattutto chi come me ha vissuto questa esperienza per la prima volta. Era assurdo pensare che fosse finito tutto in una sola serata. Ciò che è successo dopo credo che sia noto a tutti. Io nel mio piccolo ho cercato innanzitutto di uscire fuori dal mio collettivo e di dare un'occhiata alle altre realtà del movimento all'interno dell'università.è così che sono venuta a conoscenza del laboratorio sulla comunicazione, e incontro dopo incontro,sn venuta a contatto cn persone cn una vera coscienza critica della realtà. Il mio dunque è un invito a guardarvi attorno e andare al di la dei giudizi, insomma GENTE SVEGLIATEVI. ciò a cui abbiamo assistito giovedì in filol8 è stato l'Atto I di una farsa che si ripete, una minestra riscaldata che ormai ha perso tutto il sapore che aveva all'inizio. Dico questo perchè c'è ki sicuramente quel giorno si è nuovamente illuso che tutto possa ritornare come prima, ma nn è così, perchè alla fine siamo tutti bravi a criticare ma cosa proponiamo, una raccolta firme? e poi bisogna rivedersi solo in occasione di un evento e poi chi si è visto si è visto? cerchiamo di fare qualcosa di concreto e di nn andare dietro alle opinioni altrui, perchè ce lo siamo detti tante volte, siamo delle menti pensanti, altrimenti saremmo delle pecore.
ps: caro ivan, la scelta di abbandonare l'aula da parte dei compagni di scienze politiche, è stata sicuramente dolorosa ma per loro necessaria,e come dice Antonio, nn sono morti ma stanno dando vita a un processo di autoformazione. e poi Ivan, permettermi di dirti che tu sei l'ultima persona che può sparare sentenze o giudicare una cosa giusta o sbagliata basandoti solo sull'apparenza delle cose: alla fine loro sono riusciti a formarlo un collettivo a differenza vostra.
Rossella

Anonimo ha detto...

Ma che bello....Finalmente una sorta di forum dell'onda calabra (uso questo termine solo per praticità)....La cosa più bella è che è nato casualmente, anche se oggettivamente non ne sento la necessità in quanto penso di aver già detto, più o meno a tutti, quello che penso di persona... ma divertito ed interessato dalla scoperta di questi messaggi, non sono riuscito a resistere alla tentazione di scrivere anche il mio, solo per gioco, per sfizio e per ammazzare il tempo di una noiosa prima mattina che sembra non finire mai...
Non ho idea di chi possa essere l'anonimo surfista, ma mi sento comunque di rigraziarlo per la sua ingenuità, la sua speranza, la sua illusione..Sinceramente mi auguro che chiunque esso sia abbia ragione, anche se la realtà dei fatti all'unical sembra ben diversa...Ad ogni modo complimenti per l'ottimismo e comunque, stupito e meravigliato, devo riconoscere che su alcune cose mi trovo anche in sintonia con quanto scritto dal temerario, illuso, surfista anonimo... Infatti la teoria del picco e del riflusso dei movimenti la condivido, ma forse in questa fase storica potremmo anche aspettarci un susseguirsi di picchi e riflussi estremamente ravvicinati. L'assemblea di giovedì mi ha, in questo senso, rinquorato, sinceramente non mi sarei mai aspettato quella partecipazione e vi posso assicurare che tantissimi non vi hanno preso parte solo perchè non informati...
Io sono estremamente pessimista su un ritorno di compattezza nel movimento studenteco all'Unical, nel mio piccolo, ho auspicato e cercato di fare abbassare i toni provando anche a mediare timidamente tra le parti, ma purtroppo Ivan ha ragione. Ancora adesso si sventolano le solite bandierine di sempre, gli orgogli ed i personalismi che rendono difficile una reciproca comprensione; la partigianeria e lo spirito di corpo che aleggiano nei discorsi triti e ritriti che si ripetono quasi in maniera estenuante, producono il solito scambio di accuse e responsabilità sulla spaccatura ....Io anarchico, tu disobbediente, quello comunista e gli altri con la CGL, come se l'onda fosse fatta solo da militanti di lungo e medio corso...Guardate che non è così, tantissimi studenti che hanno dato vita all'esperienza dei collettivi non sono militanti, non sono "politicizzati" e sono alla prima esperienza politica della loro vita...Perlomeno l'onda che riempiva le strade, i pulman per Roma, l'assemblea del 28 e le occupazioni, era così e chi fa finta di dimenticarlo manca di rispetto a tutti coloro i quali almeno un poco ci hanno creduto veramente rendendola un'esperienza unica...Ed ora quella straordinaria eccedenza di partecipazione che fine ha fatto??? Si daccordo... gli esami, i tempi frenetici del 3+2 ed il cane che non sta bene...Ma dopo giovedì mi sorge un piccolo dubbio: non sarà forse che il movimento si sia dissolto solo per l'incapacità politica dei suoi leader???? Non sarà, forse, che gli interessi di bottega prevalgano sugli interessi generali, attraverso un disfattismo di maniera orchestrato da animali politici navigati che circuiscono così giovani innocenti menti ancora politicamente vergini???...Ma si tratta soltanto di dubbi che sicuramente non avranno alcun riscontro nei prossimi giorni e che saranno fugati e smentiti nei fatti da una mobilitazione forte e vincente contro l'ennesimo tentativo di golpe e di sopruso da parte del rettore....
Io a differenza della mia amica Rossella sarei più ottimista rispetto all'ultima assemblea...E'stato legittimamente, e secondo me in maniera sensata, proposto di fare una raccolta firme per sensibilizzare gli studenti sulla questione, non ci vedo nulla di male in questo e poi non preclude assolutamente che atri gruppi, utilizzando sigle diverse da quelle del neonato comitato, possano intraprendere altre iniziative parallele...Io sarei fiducioso perchè credo che non sia nell'interesse di nessuno fallire ancora ed obbiettivamente non capisco questa tua diffidenza.


Avviso ai naviganti: Il collettivo di scienze politiche esiste ancora, mi è parso di percepirne la presenza nel laboratorio di comunicazione....Fedele che di domenica si sveglia troppo presto.......

Anonimo ha detto...

Mi fa piacere vedere che la discussione ha ricevuto il contributo di nuove riflessioni riconducibili, finalmente, a persone cui si possa dare un volto.
Cercherò di dare risposte puntuali ai quesiti che sono stati sollevati.
Andiamo con ordine.

Caro Antonio, sebbene ne fossi già pienamente cosciente, leggendo ciò che hai scritto mi rendo conto - sempre più - di quanto le nostre idee politiche siano distanti. E' assolutamente giusto che sia così, perché quando non c'è pluralità di opinioni c'è l'omologazione delle coscienze. Però, se vuoi realmente comprendere il mio pensiero, ti invito a sforzarti di rimuovere - per quanto possibile - il "filtro ideologico" con cui valuti le mie opinioni, preferendo piuttosto una prospettiva analitica più neutrale.
Vale la regola del buon giornalismo: analizzare i fatti in maniera “asettica”, valutandoli per quello che sono, evitando di preferire la propria visione dei fatti all’oggettività degli stessi. So che sei una persona di buona volontà, per cui mi appello alla tua onestà intellettuale.
Secondo te noi avremmo vinto questa battaglia, per il semplice fatto di aver creato movimento, di aver fatto vedere (per qualche mese) che esisteva un’opposizione di popolo al governo, per aver fatto sapere alla gente che Tremonti ha fatto dei tagli, per essere finiti un po’ in televisione, per aver fatto un po’ di caciara e per aver spezzato l’atomizzazione del sociale.
Ora, ammetto che agli occhi di un ventenne questa potrebbe apparire un’esperienza emozionante e significativa. Si partecipa ad un evento importante, si conosce tanta gente, si fa un po’ di bordello. E’ certamente vero che siamo stati uno dei movimenti più grossi degli ultimi decenni, sicuramente il più grande in assoluto che sia mai esistito all’Unical, però gli obiettivi che mi prefiggevo io, e tante altre persone della mia generazione, non sono così tanto al ribasso.
A me non basta fare movimento, vedere gente in piazza per gridare vittoria.
A me non basta vedermi sparato nell’etere e finire su Anno Zero in “eurovisione”, per illudermi che abbiamo minimamente scalfito il sistema. Questo fa parte del gioco e se non si ha una profonda ingenuità politica, si è perfettamente consapevoli che i media sono una puttana e, come tale, vanno con tutti e non si legano ad altri che ai propri protettori. Il fenomeno mediatico dell’Onda, in larga misura è servito a dar da mangiare alle televisioni di regime e non ha evitato, in barba alle tue convinzioni, che anche i tagli alla scuola fossero approvati e successivamente che fosse approvata la Legge 180. Noi non abbiamo formato coscienze, non abbiamo prodotto cambiamenti reali, non abbiamo creato (ancora) una cultura critica. Non abbiamo vinto proprio nulla, anzi, se la vogliamo dire tutta su molti fronti abbiamo perso.
Però abbiamo gettato un seme che potrebbe dare frutti tra qualche anno. Ancora non si sa.
Come vedi quello che per te e per il popolo del surf è, candidamente, un punto di arrivo per me è solo un punto di partenza.
La distanza tra il mio modo di pensare e il vostro, si sintetizza bene in una risposta che diedi un giorno a Vittorio. Quando mi disse “Io non pretendo di cambiare il mondo” risposi “Io si!”.
In quei tre mesi abbiamo avuto un’occasione irripetibile, una mobilitazione studentesca spaventosa. Avremmo potuto fare sfracelli se solo ci fosse stata la maturità politica sufficiente a partorire qualcosa di meno precario della parabola del surf e invece abbiamo partorito il topolino.
Quello che vedo io sono tutte le cose che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto, per cui ritengo ci sia ben poco da gioire.

Poi affermi: “Tu parli dicendo che si doveva fare così, e non in quell'altro modo, insomma detti la linea postuma, detti la linea del senno del poi”. Perdonami, ma non è corretto. Molto spesso durante le Assemblee si è ragionato circa la necessità, o meno, di far sì che il movimento si dotasse di tre semplici strumenti: un metodo, una piattaforma di rivendicazioni, una serie di strutture flessibili (commissioni d’inchiesta, ufficio stampa, laboratori politici). Secondo me - e l’ho detto in più di un’occasione - per evitare che il movimento divenisse un tritacarne dove ci potessero entrare stronzate e deliri ideologici (i quali nulla avevano a che spartire con le reali ragioni della lotta alla 133), ci saremmo dovuti dire quelle cose che - parafrasando le parole di Alessia - “non ci eravamo ancora detti” e avremmo dovuto mettere in piedi una piattaforma di rivendicazioni.
Un banale documento politico dove si spiegava “chi eravamo”, “cosa volevamo”, “in quali valori ci riconoscevamo” e in quali no. Così da fugare ogni ambiguità ed evitare che sulla zattera si portassero tonnellate di zavorre ideologiche, senza cui non solo avremmo viaggiato più in fretta, ma avremmo evitato anche il naufragio. E però solo a sentir parlare di “piattaforma” a molti, automaticamente, è venuta l’orticaria. “Voi volete fare un manifesto!”, quale grande crimine… Perché gridare: “Non ci rappresenta nessuno” non è forse un manifesto, no? Rivendicare il libero sapere che cos’è se non un manifesto? Sostenere un progetto di Autoriforma che cos’è se non un manifesto? “Noi la crisi non la paghiamo” che cos’è se non un manifesto?
Sono tutte dichiarazioni d’intenti, visioni politiche che assieme a tante altre potevano e dovevano essere tradotte, nero su bianco, per diventare la ratio del movimento. Ma siccome questo avrebbe rischiato di rappresentare la morte del libertinaggio generale, allora il manifesto è parso un’eresia: “Quando si cerca di darsi regole i movimenti muoiono”. Guarda un po’, le regole non sono state dettate eppure - lo dimostrano i fatti - il Comitato prima e l’Onda Calabra poi sono morti lo stesso e in tempo di record.

Quanto al metodo: ben venga lo spontaneismo in un movimento, ma se viene puntualmente violentato il buon senso lo schianto è inevitabile. Una volta c’era il Comitato, si votava durante le assemblee, avevamo una specie di documento politico, si lavorava con metodo, si stava tutti assieme sotto lo stesso tetto appassionatamente.
Risultato: non è morto nessuno e il Comitato ha portato 3000 e rotta persone davanti l’Aula Magna.
Da quel giorno in poi (da quando cioè sono nati i collettivi) è stata tutta una rapida e costante discesa verso il baratro.
Io non penso che i collettivi non dovessero nascere, perché altrimenti non ne avrei fondato uno due anni fa. Penso invece che avessero uno scopo fondamentale, che però è stato tradito: allargare la base del consenso in ogni Facoltà, operando in maniera periferica rispetto alla Filol 8, senza mai dimenticare che la sintesi del movimento non era in G4, in P2, o nell’Aula Zenith, ma nel luogo (l’Assemblea) in cui poteva esprimersi anche chi i collettivi non li aveva o, in essi, non si riconosceva. E invece, appena costituite le varie roccaforti, la spinta autonomistica ha portato molti a ragionare in senso individualista anziché in senso collettivo. I progetti iniziali sono stati abbandonati per strada all’improvviso. L’ufficio stampa del Comitato (con i suoi reparti multimediale, comunicazione e distribuzione) è stato boicottato allegramente, per poi vedere che in alcuni collettivi si sviluppavano in proprio progetti editoriali inerenti le attività dell’orticello (in questo caso specifico sto parlando del giornalino di Economia).
Quando io (nel lontano 8 ottobre 2008) avevo lanciato l’idea del web journal, il videogiornale in streaming e il giornale del Comitato, come strumento di comunicazione utile a combattere anche sul piano mediatico la nostra difficile battaglia, tu in Filol.8 non avevi ancora messo piede.
Oggi, a distanza di 6 mesi esatti, mi compiaccio nell’apprendere che vi siete finalmente accorti di quanto i gruppi e i gruppetti abbiano finito per isolarsi, al punto che hai pensato di mettere in piedi un laboratorio di comunicazione, tale da essere il più inclusivo possibile.
Mi compiaccio e vi auguro buone cose, ma perdonami se ti ricordo che a non crearsi delle riserve indiane ci si doveva pensare prima di farle e perdonami se, alla luce dello sfacelo di un movimento (che sicuramente nascerà sotto altre forme e seguendo ben altre vie), ti faccio notare che magari la gente può perdere interesse strada facendo a condividere progetti con persone cui, in passato, avevi proposto i tuoi (ed erano pressoché identici) e se ne sono sbattute.
Per cui capiscimi… so che non l’hai fatto con malizia e che sei in perfetta buona fede, ma se guardi la cosa dal mio punto di vista, ammetterai che ha un po’ il sapore di una presa per i fondelli.

Altro passaggio: “Questa che compi è una manovra facile, nelle tue analisi dai naturalmente tutte le responsabilità agli altri, mi chiedo tu in tutto questo dov'eri”. Io ero in Filol.8 dal 25 settembre, da prima ancora che arrivaste voi. In tutto questo ho costantemente operato, insieme a tante altre persone, alla tutela di un progetto politico che voleva essere quanto più inclusivo possibile e, soprattutto, quanto più efficace possibile. Il nostro lavoro è stato quello di fare da collante tra le diverse anime del movimento, cercando anche di tenerlo cucito e di mettere le pezze ovunque venisse fatta una cazzata.
Il nostro errore, probabilmente, è stato quello di aver inutilmente creduto nella possibilità di poter tenere in piedi una creatura tanto masochista da segarsi le gambe da sola, anziché accettare l’idea di lasciare andare prima alcune persone al proprio destino, per preoccuparci piuttosto di tutti quegli studenti che ci stavamo perdendo per strada.

Concludendo: “Infine, ti dico come pensi che le persone che la pensano diversamente da te debbano stare zitti e non possano muoversi per mettere in atto le loro idee, la considerazione che fai tu, se mi consenti, è un pò da dittatore”. Siccome io sono un voltairiano sfegatato ti invito, serenamente, a citarmi il passo in cui io avrei commesso una tale e lapalissiana mancanza, e sarò ben lieto di fare ammenda dei miei peccati.
Ma siccome, temo, l’impresa non sarà facile, ti invito altresì a rileggere meno superficialmente i miei messaggi.

PS. Io mi definisco comunista, sì, per quello che la parola realmente significa. L’ideale del comunismo non è nato con Marx e non morirà nemmeno con la fine del nuovo millennio. Per cui è bene che si svecchi nel linguaggio e si adatti alle nuove forme di proletariato (anche quello intellettuale).

Anonimo ha detto...

Rossella: "Ivan, permettermi di dirti che tu sei l'ultima persona che può sparare sentenze o giudicare una cosa giusta o sbagliata basandoti solo sull'apparenza delle cose: alla fine loro sono riusciti a formarlo un collettivo a differenza vostra".

Cara Rossella, quando lo hanno formato questo collettivo: il 28 ottobre? E il parco giochi che gli ha permesso di crearsi un collettivo chi gliel'ha dato?
Se non erro il Comitato.
E chi ci stava il 25 settembre nel Comitato? Nessuno di voi!
Per cui, mia cara, posto che io non sparo sentenze ma faccio leggittime analisi, temo di avere più titolo di tutti - finora - a parlare in un senso oppure in un altro.
Il Comitato era un progetto decisamente più grande di un singolo Collettivo, tanto è vero che - se sei a conoscenza dei fatti, prima di condurre le tue valutazioni - saprai certamente che fino alla fine siamo stati fermamente contrari all'idea di fondare un Collettivo a Lettere.
Noi ci siamo sempre identificati nel Comitato e, a differenza di molti, non abbiamo mai ragionato per logica individualista.
Solo quando, durante la fase di trapasso, avere un collettivo sembrava essere una condizione inevitabile per poter far fronte alle spinte autonomistiche degli altri, allora abbiamo provato a fare un tentativo. Questo tentativo è durato due giorni, in cui svogliatamente abbiamo constatato che un movimento incancrenito non poteva produrre altro che figli deformi. Per cui siccome alcune persone che hanno affossato con le solite menate il Collettivo erano tra quelli che poi hanno contribuito ad affossare definitivamente il movimento, abbiamo abbandonato l'idea del collettivo e ci siamo messi sulla sponda del fiume ad aspettare...
Poco dopo è passato il cadavere dell'Onda.

PS. Auguro al Collettivo di Scienze Politiche lunga vita. Ci si goda il laboratorio, si facciano migliaia di cose, avete tutto il mio rispetto (come del resto è sempre stato).

Anonimo ha detto...

non so parlare in assemblea, perchè non fa parte del mio carattere, e forse non so nemmeno scrivere, e non ero neanche con ivan a settembre a gettare i semi del movimento. ivan, se pensi che rossella non sia in condizioni di esprimere i suoi giudizi, probabilmente non ti interessa neanche il mio, e fai lo stesso errore che è stato l'errore del movimento che tu stesso, a quanto ho capito, ammetti.quello di considerare rilevante il punto di vista di chi portava avanti l'orticello del suo partito o collettivo che sia, di chi era nel comitato da settembre, di chi fa politica da tanto all'uni, e non l'opinione delle matricole, di chi non sa la differenza tra essere comunisti ed essere freakkettoni, l' opinione degli studenti che fino a questo ottobre non hanno avuto nessun interesse per la politica, o che magari erano pure di destra(per questo pensiero sarò considerata eretica lo so) e che tutto ad un tratto grazie al lavoro di altri ragazzi hanno capito che forse non avrebbero piu potuto fare l'ingegnere, o il professore, o l'economista da grandi, perchè non si potevano pagare gli studi. questa era l'onda, per come l'ho vista io. e questi mesi sono stati quello che siamo riusciti a fare, il meglio che siamo riusciti a fare. faccio parte della schiera degli ingenui, e ne sono fiera, e sinceramente non riesco a credere che una sola delle persone del movimento abbia avuto l'intenzione premeditata di distruggerlo. non nego le responsabilità e gli errori, da quelle da imputare al comitato a quelle dei collettivi, neanche i tentativi di forzatura delle diverse correnti politiche, dai disobbedienti, agli autonomi, all' udu, al pcl e chi piu ne ha piu ne metta. ma non vedo come avrebbe potuto essere diversamente. ognuno ha spinto verso la direzione che credeva piu giusta, non è colpa di nessuno ed è colpa di tutti se le posizioni sono risultate inconciliabili. non posso non dare un pò di ragione ad antonio. i risultati sono da analizzare a lungo termine, non è costruttivo farlo ora. ora è costruttivo raccogliere quello che è stato seminato, è necessario mettere insieme le idee e andare avanti. sono ingenua perche ho stima delle persone del movimento, anche di quelle con cui io proprio non riesco a lavorare insieme per differenze di pensiero,e invece non capisco come abbiate potuto essere tnt ingenui voi da pensare che bastavano qualche mese di occupazioni e cortei a cambiare le cose. non ci fissiamo sulle cazzate tra di noi, perchè nonostante gli errori, anche se fossimo rimasti tutti uniti non credo che questo avrebbe colpito il governo. quello che voglio dire, e scusatemi se sembro semplicistica rispetto alle analisi sicuramente piu profonde di ivan e altri,è che a me alla fine non interessa piu di tanto avere un movimento coordinato. a me interessa avere un movimento. rossè l'onda non è morta, perche l'onda fino a prova contraria siamo tutti noi anke se attualmente disgregati. l'onda è qualunque cosa noi riusciamo a fare portando avanti quello in cui crediamo. l'onda è una mia collega con cui non avevo mai parlato e che non è mai venuta in assemblea che l'altro giorno a lezione mi chiede se è vero che quando è venuto napolitano l'ateneo era militarizzato, e mi dice" non ne capisco niente di politica, ma la gelmini parla da riccona, lei non puo capire i miei bisogni". questa è l'onda secondo me. raga individuiamo bene il nemico, che sicuramente non è chi ha una diversa concezione di come si conducono le assemblee. perchè a berlusconi gelmini e company non gliene frega proprio un cazzo se votiamo o facciamo sintesi. e se abbiamo metodi e concezioni diverse tra noi evitiamo una ridicola guerra tra poveri, ognuno prosegua come meglio creda, ma ricordando che in un'altra aula, nello stesso momento, c'è chi sta combattendo, a suo modo, contro lo stesso " nemico".
condivido come sempre la tua diplomazia, fedè, anche se le menti "politicamente vergini" sono spesso piu critiche di quanto pensate,e noi matricole credo che sappiamo difenderci dalle egemonizzazioni.
grazie ad ivan per l'augurio di lunga vita al laboratorio.. che ti posso dire, la tua analisi non è sbagliata, però se davvero pretendi di cambiare il mondo, come lo pretendo io, spero che ti alzi dalla riva del fiume e ricominci a remare anche se ora c'è la bassa marea. e scusatemi le metafore.
per rossella, altra mente politicamente quasi vergine come me...lo sai che quei pochi "giovani"(in senso politico)che siamo nel movimento abbiamo sulle spalle la responsabilità di una generazione rimbambita davanti a canale 5,vero?compagna mi,non ti scazzare, che la strada è lunga!
sara

Anonimo ha detto...

Sara: "ivan, se pensi che rossella non sia in condizioni di esprimere i suoi giudizi, probabilmente non ti interessa neanche il mio".

Credo che si stia portando avanti un equivoco di fondo. Quando io dico che bisogna parlare con cognizione di causa, non sto dicendo che non bisogna parlare, ma che bisogna farlo partendo da argomenti reali e da valutazioni plausibili e intellettualmente oneste.
Quando dico che, probabilmente, ho più titolo di altri a poter esprimere delle considerazioni globali, non sto dicendo che io posso farlo ed altri no, sto dicendo semplicemente che rispetto ad altri - che, essendo venuti dopo, si sono persi una parte di storia del movimento - ho una visione più ampia dovuta al fatto che c'ero anche quando molti di voi ancora non sapevano dell'esistenza del Comitato.
E' ovvio che poi ognuno può e deve essere libero di fare tutte le sue riflessioni, ci mancherebbe.
Però è anche vero che per poter sostenere tesi attendibili, bisogna conoscere anche tutti gli antefatti di cui non si ha notizia.
Se l'8 ottobre si è riusciti a realizzare un'Assemblea così partecipata, non è perchè all'improvviso è successo qualcosa e ci siamo trovati tutti assieme. No, è il frutto del lavoro che nei giorni precedenti è stato compiuto, è il risultato di un'opera di sensibilizzazione e informazione capillare presso gli studenti.
L'Unical, partendo dalla Filol8, è stato uno dei primi atenei a mobilitarsi contro la 133. Il prof. Perrelli e il prof. Alcaro sono tra i firmatari di quel documento nazionale che ha innescato la scintilla della protesta.
Da allora in poi le parole d'ordine sono state: "massima diffusione della consapevolezza" e "massima inclusività", per evitare che il movimento si fossilizzasse (come poi, invece è successo) su posizioni 'preconfezionate', finendo per riproporre vecchi schemi e vecchie pratiche.
Per conto mio (e questa è una considerazione del tutto personale, sia chiaro), nel movimento avrebbe potuto e - probabilmente dovuto - starci anche e soprattutto lo studente qualunque. Non solo chi si riconosceva nell'appellativo "compagno", o nelle teorie ideologiche di correnti autonome e di partito. Quindi, e in questo sono daccordo con te, poteva starci anche chi di solito ha visioni più "destrorse" della società, però ha riconosciuto la leggittimità e la necessità di organizzare una mobilitazione in difesa del diritto al sapere pubblico.
Molte di queste persone ce le siamo perse per strada, purtroppo, e secondo me è stato un male. Proprio perché il Comitato non doveva essere un partito l'esclusivismo che si è venuto a creare nel suo seno ha prodotto - attraverso pratiche esplicite e silenziose - la marginalizzazione del movimento e la sua fossilizzazione all'estrema sinistra.
Come se il diritto di protestare appartenesse più ad una frangia politica che ad un'altra e per questo fosse necessario tagliare il ponte per tutto ciò che non rientrava nell'estremismo di sinistra (finanche la sinistra moderata).
Per cui non posso essere daccordo con te fino in fondo, invece, quando sostieni: "E' giusto che ognuno portasse i suoi contenuti nel movimento". Questo è vero solo in parte.
Dipende dal contenuto. Se per tale intendiamo ogni possibile contributo utile a far crescere e non a frammentare un movimento e scomporlo in correnti, allora va bene. Se per contenuto, invece, stiamo parlando anche di quelle visioni della società che non erano direttamente funzionali alla lotta e potevano creare fratture e contrapposizioni, allora è ovvio che bisogna valutare bene le cose.
Per farti un esempio spicciolo: ha avuto senso esprimere all'interno dell'Assemblea la contrarietà alla lettura della Costituzione, perché una parte (altamente minoritaria) del movimento in essa non si rivede, dal momento che la Costituzione riconosce il diritto alla proprietà privata?
Ha avuto senso osteggiarne la lettura durante la Notte Bianca, quando poi le stesse persone - durante tutto il corso della protesta - hanno più volte invocato il diritto allo studio "costituzionalmente garantito"?
Questa è una palese contraddizione, che non può non essere valutata per quello che è: il frutto di un pensiero ideologico che non appartiene a tutti e, proprio per questo, probabilmente, non doveva nemmeno essere sollevato.
Non si può essere favorevoli o contrari alla Costituzione a convenienza. O si è contrari, e allora non se ne parla proprio neanche quando converrebbe farlo, o se ne parla e allora è inutile porre paletti di qualsiasi genere.
Il punto è abbastanza emblematico, perché serve a dare la dimensione delle logiche che spesso hanno determinato le decisioni assunte in sede di Assemblea.
Essere pro o contro la Costituzione era una cosa che interessava la battaglia che si stava conducendo e, di conseguenza, la visione politica di un movimento che si era costituito per difendere l'Università? Secondo me no.
Era funzionale al movimento chiamarsi "compagni" o dare per scontato che il nostro fosse un movimento di opposizione a priori contro il governo, anziché contro le specifiche politiche del governo in tema di scuola e università pubblica? Secono me no.
Una persona non propriamente di sinistra (e non per questo necessariamente di destra) poteva riconoscersi in un movimento in cui tutto ciò che fosse prossimo a posizioni politiche più moderate, veniva automaticamente guardato con sospetto? Sicuramente no.
Era ovvio che il radicamento a sinistra, sia nelle pratiche che nella teoria di lotta, rendesse inacettabile per alcune persone la convivenza, all'interno di un movimento, con anime tanto distanti a livello politico.
Eppure quelle persone erano disposte, e per questo si erano mobilitate, a portare il loro personale contributo alla causa.
Per questo dico che il movimento avrebbe dovuto dotarsi di un manifesto politico proprio, dove si chiarivano i principi cardine che dovevano delineare l'azione del Comitato, stroncando le gambe a tutte quelle altre teorie di dottrina politica che nulla avevano a che spartire con la ragione per cui ci si è ritrovati a fare movimento.
A me non frega nulla del credo politico di una persona, se la battaglia da portare avanti è condivisa. Non mi frega di sapere se ha votato Berlusconi oppure no, per poterci parlare e riflettere assieme sulla necessità di trovare soluzioni condivise e condivisibili per difendere il carattere pubblico dell'Università e della Scuola.
Sicuramente se avessimo affrontato discussioni più ampie, finendo per arrivare ad argomenti particolarmente delicati, sarebbero esplose le nostre infinite divergenze di veduta. Il punto è che il piano della discussione NON doveva essere allargato e doveva rimanere circoscritto alla battaglia in sé. La premessa con cui è nato il Comitato era l'intenzione di creare un movimento trasversale di protesta.
Lo è stato fino ad un certo punto della sua vita, fino a quando non si è radicalizzato su una posizione politica ben definita che, non solo NON ha evitato di fare esplodere comunque contraddizioni e divergenze nel suo interno, ma ne ha - di fatto - decretato a poco a poco la spaccatura.
E' sempre bene avere una visione politica più ampia di quella che possa nascere attraverso un movimento di protesta vertenziale (quale, secondo me, avrebbe dovuto essere il Comitato).
Tuttavia l'errore più grande che credo sia stato da noi commesso, è di aver reinterpretato il Comitato prima e l'Onda poi, come un movimento di partito da cui sarebbe dovuta nascere una nuova soluzione politica per il Paese a 360 gradi.
Secondo me, invece, avremmo dovuto tenere ben separati i piani: il Comitato doveva essere fine a se stesso e cercare di ottenere i risultati specifici che ci si prefiggeva. Vinta quella battaglia, ci sarebbe sciolti per dare vita ad un vero e proprio movimento che non si limitasse alla dimensione universitaria, ma spaziasse verso tutti i campi dello scibile per arrivare ad una proposta di società completamente diversa da quella in cui viviamo. Quello sì, avremmo potuto e dovuto farlo solo tra persone della stessa estrazione politica o, quanto meno, tra persone che si potevano rispecchiare in un progetto simile.
Purtroppo però tanti hanno visto nell'Onda una ghiotta occasione di rivalsa sociale e, alla fine, la voglia di urlare il nostro sacrosanto sdegno contro le politiche del governo ha finito per farci perdere di vista la palla (per dirla in gergo calcistico) e non siamo riusciti a fare goal in nessun campo.
Ci siamo fatti prendere dall'ansia di prestazione e così abbiamo finito per buttare nell'Onda tutto e il contrario di tutto, inseguendo ciecamente gli eventi senza mai fermarci, un attimo, ad analizzare i risultati della linea politica che si era assunta.
Un giorno pubblicherò le statistiche di visita di questo blog, i cui dati sono particolarmente interessanti e funzionali a comprendere, a livello statistico, l'andamento di questo movimento.
Per ora vi anticipo solo che il grafico delle visite univoche del blog registra un progressivo (a volte vertiginoso) picco verso l'alto dall'8 al 28 ottobre. Poi scende gradualmente verso il basso e, fatta eccezione per dei picchi di alta presenza in occasione dell'organizzazione dei pulman per Roma e della venuta della Guzzanti all'Unical, denuncia un crollo spaventoso verso lo sfascio del 12 dicembre.
Il 28 ottobre ci sono state all'incirca 1600 visite univoche (quindi 1600 visitatori diversi).
Il 12 dicembre ce ne sono stati 45.
La parabola discendente della frequenza del blog è lo specchio dell'andamento del movimento.
Io l'ho tenuto sempre d'occhio ed ho sempre potuto rendermi conto, giorno dopo giorno, di quanto fosse preoccupante la costante perdita di consensi.
Quando faccio delle analisi non mi baso solo su prove teoriche, ho anche a disposizione strumenti che mi permettono di analizzare statisticamente le fasi del movimento.

Anonimo ha detto...

Fedele: Fedé... e dai non ti fissare con questa storia delle menti politicamente "vergini". Lo sai come la penso in tal senso. Te l'ho detto più volte di persona.
Siamo tutti adulti e vaccinati e, si presume, siamo tutti in grado di far funzionare il cervello quando ne abbiamo voglia.
Sicuramente non tutti hanno la stessa storia alle spalle e nemmeno la stessa esperienza politica.
C'è chi fa politia e movimento da anni, c'è chi ha cominciato da poco.
A meno che le persone non siano mentalmente fragili, mi riesce difficile credere alla teoria delle povere anime acerbe che vengono corrotte dai guru o dai "professionisti" della rivoluzione (per dirla con le parole di giusy).
Questo posso pensarlo di chi ha il televisore infilato in vena come una flebo, non certo di quelle persone che invece animavano la Filol 8 e, si spera, animeranno ancora questa Università e più in generale la nostra terra.
Io ho sempre avuto la massima stima e il massimo rispetto di tutti voi e, soprattutto, delle vostre personalità.
Per questo mi riesce difficile credere alla teoria del condizionamento mentale.
Vorrebbe dire che in tutto questo tempo non ho conosciuto e parlato con persone dotate di coscienza critica, ma con un branco di pecorelle. Sinceramente ho troppa fiducia nella vostra intelligenza per poter accettare un'idea del genere.

PS. Finalmente ho sciolto il dubbio che avevo circa l'identità di un utente che ho incontrato in altri spazi virtuali.
Probabilmente tu avevi già capito chi fossi, però adesso vedo chiaro anche io :p.
Senza aggiungere altro, ti do un abbraccio.

antonio ha detto...

caro ivan,
nella tua analisi a dir poco analitica tocchi vari punti, si potrebbe scrivere per ore. Innanzitutto mi scuso con coloro che hanno scritto dopo di me, erano troppo prolissi non ho avuto il tempo di leggerle. Nell'analisi che compio tralascio volutamente gli aspetti pratici sul "come" concentrandomi sul "perchè". I vari episodi che si sono susseguiti nel tempo ed i vari "scazzi" tra di noi sono cose che si regolano, fammi passare il termine, faccia a faccia e non via internet tramite uno schermo ed una tastiera. Procediamo lentamente nelle cose, tu parli di modo asettico dei leggere le cose, ma questo purtroppo non esiste e bada bene non perchè lo fai tu ivan, ma perchè non esiste un pensiero neutrale, un pensiero al di sopra delle parti, altrimenti quello che dici si potrebbe classificare come verità e a quel punto non saresti più Ivan ma Dio. Quello che dici è la tua opinione e come tale la rispetto come, del resto, l'ho sempre rispettata. I movimenti muoiono, questa è un dato oggettivo. I movimenti del '68 e del '77, quanto tempo sono durati? la pantera? i noglobal?lo stesso movimento comunista rivoluzionario, laddove è riuscito a prendere il potere, ha compiuto un'istituzionalizzazione ed ha smesso di essere movimento. I movimenti non possono essere eterni, sono qualcosa che durano un periodo sedimentano nelle coscienze o in alcuni ma pochi casi fanno la rivoluzione. Non sono eterni per il fatto stesso che la maggioranza di coloro che li vive, non può dedicare tutta la vita a questo. D'altronde il nome stesso riconduce ad una idea di quelcosa di momentaneo ed istabile. A questo punto come può una cosa del genere cambiare le cose, e come si misurano le vittorie e le sconfitte. I sono per il cambiamento, non pensare che difendo lo status quo. Partiamo da un presupposto di un'idea della società la cui ricchezza sono le idee i concetti ed il liguaggio e tutto ciò che da essi deriva, secondo alcuni economisti tra cui geremy rifkin il capitale intellettuale ricopre la gran parte dei Pil delle nazioni occidentali, questo capitale intellettuale è fatto di relazioni e conoscenze. Tu dici che è ribellismo giovanilistico pensare che la socializzazione fuori dalle logiche del mercato (vedi fb e altri) sia un fattore di cambiamento e che rompere l'atomizzazione del sociale sia una vittoria effimera. Rispetto a queste tue considerazioni mi trovo in posizione diametralmete opposta, penso che prima di ogni cambiamento il vero primissimo passo sia proprio quello di aggregare, fare rete e creare relazioni. Questo però all'interno di un capitalismo che ha invaso la vita diventando secondo definizione di alcuni biopotere, quindi potere sui corpi, diventa un aspetto fondamentale. Se il capitalismo crea ricchezza e profitto dalle relazioni interpersonali, riappropiandomi ciò sono capace di saccheggiare le ricchezze ed indebolire il capitale. Allora come si fa considerare una vittoria ed una scofitta, certo quello che dici tu non è una cazzata, non abbiamo inciso in maniera decisiva sulle cose, Il berlusca è ancora là Raiset domina incontrastato i migranti sono carne da mecello. Buona regola della politica insegna di valutare le posizioni di partenza e quelle di arrivo per considerare i risultati. In tutto uno situazione catastrofica della sinistra globale, siamo riusciti senza intermediazioni ed in maniera autonoma (anche se a te questo termine non piace) a mettere in scacco l'invincibile governo berlusconi. Abbiamo fatto in due mesi quello che il pd la cgil e le grandi e piccole parrocchie della sinistra non riescono da anni, questo ad ennesima dimostrazione che per sconfiggere il berlusconismo le risposte devono partire dal basso. Adesso vorrei continuare a parlare dell'ossimero costituito dalla frase "dare una linea al movimento" del comunismo e della fine del '900, dei saperi come terreno di conflitto e dell'impossibilità di una guida del movimento, del problema dei tempi che hanno contribuito al ritiro dell'onda e di tante altre cose. Ma purtroppo devo andare, come vedi i temi di cui dibattere sono tanti ti invito ad un luogo aperto in cui continuare la riflessione.
ps mi hai dato più volte nella tua risposta del voi, o mi consideri un signore e a quel punto fai bene o hai preso una svista perchè indichi me come facente parte di un gruppo organizzato e posso assicurarti che stai sbagliando, ho sempre risposto soltanto alle mie idee cercando il più possibile di farle valere, sono stati commessi deli errori, facciamo autocritica ma di sicuro, almeno per quanto mi riguarda, non c'è mai stato un secondo fine o quanto peggio un opera di egemonizzazione, non fa parte del mio stile.

Anonimo ha detto...

noto con piacere che la voglia di discure è tanta almeno dai commenti postati che con fatica riesco a leggere, spesso troppo lungi e personalistici. bene peccato che nonostante tutto l'onda non si muove anzi si immobilizza nelle sempre attuali elezioni universitarie! mah! sarà ma i surfisti sono tutti annegati

Anonimo ha detto...

Sarà pure che siamo sotto un regime fascista (vedi gli scontri alla Sapienza e le continue aggressioni fasciste)....E nessuno vuole rendersene conto

Anonimo ha detto...

lo aggiorniamo un pò il blog?... dico anche un comunicato minimo con le ultime iniziative

Anonimo ha detto...

Scommetto che l'anonimo surfista del 7 marzo 2009 5.12 scrive anche nel forum degli studenti perchè riconosco gli errori grammaticali. C'ho azzeccato?

ale ha detto...

..che dire le elezioni sono vicine e l'onda si prepara...peccato che faccia solo questo!

ale ha detto...

..che dire le elezioni sono vicine e l'onda si prepara...peccato che faccia solo questo!

Anonimo ha detto...

Ma chi cazzo è sto Ivan che si sente in grado di pontificare su tutto?
Lui che ha fondato un ridicolo sedicente "collettivo di studenti di lettere" che nessuno ha mai visto e che riunisce tre o quattro fascisti inclusa una tale di Lingue che desidera manganellate contro gli studenti,un imbecille in divisa che si firma "decima mas" e che spia gli studenti in assemblea,una ricca studentessa con alloggio universitario(tasse non pagate..)ma per favore

Anonimo ha detto...

Anonimo, non dire cazzate! Prima di far girare frasi tendenziose e bugiarde pensa che puoi essere smentito in qualsiasi momento! Il fascista qui sei tu, mi sa! Vero? Beccato eh?

Anonimo ha detto...

Messaggio all'ultimo anonimo: ce lo fai un gran piacere? Smettila di sparare cazzate! Smettila di dire bugie che potrebbero essere smentite cin una secca risata in qualsiasi momento. Mi sa che il vero fascista sei tu! Vero? Beccato eh? Ma facci ridere...

Anonimo ha detto...

Eh sì. il mio messaggio è comparso due volte! Scusate! ... Però spero che il messaggio arrivi chiaro! Ecco cosa può fare una voce ingiuriosa messa in giro per fini 'politici'! Che tristezza!