Università, contro Gelmini mobilitazione permanente

. 23 ottobre 2008
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ARTICOLO de "L'Unità" del 22/10/2008:

Università, contro Gelmini mobilitazione permanente

Catania, Bologna, L'Aquila, Roma, Perugia. E ancora Torino, Pisa, Firenze, Palermo, Cosenza, Teramo, Macerata. Non si contano più le università che si sono sollevate contro la riforma del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, e contro i tagli agli atenei previsti dalla legge finanziaria. A Roma, il Dipartimento di fisica dell'Università La Sapienza è stato chiuso con catenaccio e lucchetti dagli studenti in segno di protesta. Gli studenti, sia del Dipartimento di fisica che del resto dell'Università, sono riuniti in questo momento all'esterno del dipartimento. La loro protesta avviene all'indomani della riunione del Senato accademico che, sostengono gli studenti, non ha preso una posizione chiara in merito alla questione dei tagli. A Firenze dopo il corteo di almeno 60mila persone che sono scese in piazza contro la riforma, si è svolta la lezione in piazza dell'astrofisica Margherita Hack in piazza della Signoria. «Spero che questo movimento degli studenti apra gli occhi a quella parte della popolazione che ancora ammira il Governo, un Governo che ancora distrugge l'Italia, e che l'opposizione cominci ad essere vera e unita». Lo ha detto l'astrofisica Margherita Hack aprendo così la sua lezione in piazza della Signoria a Firenze. Da alcune settimane la protesta degli universitari fiorentini contro i provvedimenti del Governo ha preso la forma di lezioni a cielo aperto, da Ponte Vecchio a piazza Repubblica, tenute da docenti e ricercatori fiorentini. Oggi in 'cattedra', proprio sotto la statua del Biancone, c'era Hack, accolta da una vera e propria ovazione dei ragazzi. Qualche ora prima l'astrofisica è stata ospite della Stazione delle Idee, kermesse della Provincia alla Stazione Leopolda, dove ha tenuto una lezione agli studenti di alcuni istituti superiori. A Milano gli studenti dell'Università degli Studi di Milano si sono riuniti in piazza Duomo, ai piedi del monumento Vittorio Emanuele II, per una lezione all'aperto, sul modello di quanto già fatto in altre città, tenuta dal professore Piero Graglia sulla 'Storia dell'integrazione europea'. E poi un corteo ha bloccato la cerchia dei Navigli con un sit-in in via Visconti di Modrone, angolo via Mascagni. sono diretti in corteo verso via Conservatorio, dove ha sede la facoltà di Scienze politiche. All'inizio di via Mascagni hanno però deciso di sedersi sulla strada e bloccare il traffico della circonvallazione interna. A Torino, da martedì sera la sede universitaria delle facoltà umanistiche, Palazzo Nuovo, è stata occupata dagli studenti. L'iniziativa è stata decisa dall'«Assemblea No-Gelmini» come ulteriore forma di protesta contro i provvedimenti del governo. «Questa decisione - spiegano gli universitari - si inserisce in un percorso di mobilitazione a livello nazionale e si pone come obiettivo quello di estendere il più possibile la partecipazione di tutto il mondo accademico». Nonostante l'occupazione le lezioni, al
momento, proseguono regolarmente, mentre gli studenti chiedono la sospensione della didattica dal 28 al 30 ottobre «per favorire la massima partecipazione in occasione della paventata visita del ministro Gelmini a Torino (il 28 ottobre) e dello sciopero generale della scuola (30 ottobre)». Nel pomeriggio, alle 14, è prevista un'Assemblea generale auto-convocata degli studenti nel cortile del Rettorato. Proseguono anche le lezioni all'aperto «per dare visibilità alla protesta» ed è in programma, per il 23 ottobre, una tavola rotonda a Palazzo Nuovo «per coordinare la mobilitazione di tutte le realtà colpite dall'attacco all'istruzione pubblica». Infine, il prossimo 27 ottobre, i rappresentanti dell'«Assemblea No-Gelmini» parteciperanno alla mobilitazione in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico di Torino. A Cosenza, all'Università della Calabria è previsto un calendario fitto di assemblee e incontri per decidere le azioni di protesta contro la riforma del governo. Le prime due assemblee previste sono quelle delle Facoltà di scienze matematiche, Fisiche e Naturali e di scienze Politiche. Seguirà poi quella della Facoltà di Economia. Giovedì, c'è grande attesa per le decisioni degli studenti della facoltà di Ingegneria dove, nei giorni scorsi, i docenti hanno già approvato una mozione con la quale è stato deciso lo stato di assemblea permanente. Ultima assemblea prevista è quella di Farmacia. Le decisioni degli studenti saranno poi discusse ampiamente in una assemblea plenaria dell'Ateneo prevista per il 28 ottobre.
A Catania è prevista una manifestazione di dissenso degli studenti nella Facoltà di Lingue, organizzata dall`Udu-Catania. A L'Aquila si svolgerà un'assemblea in cui è prevista la partecipazione degli studenti di Scienze, Medicina, Psicologia, Biotecnologie, Scienze Motorie. A Perugia invece si svolgerà un'assemblea nella Facoltà di Lettere, dove è previsto un consiglio di Facoltà aperto a tutti gli stu
denti. Anche a Teramo e a Macerata gli studenti parteciperanno ad assemblee organizzate dall`Udu-Teramo e dalla Officina Universitaria per esprimere contrarietà alla legge finanziaria. Mobilitazioni, infine, sono previste anche a Napoli, a Roma, a Firenze, a Bologna.

7 commenti:

..:: Symbian ::.. ha detto...

Tratto da Repubblica.it

Se il dissenso è un reato

Davanti a una protesta per la riforma della scuola che si allarga in tutt'Italia e coinvolge studenti, professori, presidi e anche rettori, il Presidente del Consiglio ha reagito annunciando che spedirà la polizia nelle Università, per impedire le occupazioni. La capacità berlusconiana di criminalizzare ogni forma di opposizione alla sua leadership è dunque arrivata fin qui, a militarizzare un progetto di riforma scolastica, a trasformare la nascita di un movimento in reato, a far diventare la questione universitaria un problema di ordine pubblico, riportando quarant'anni dopo le forze dell'ordine negli atenei senza che siano successi incidenti e scontri: ma quasi prefigurandoli.
Qualcuno dovrebbe spiegare al Premier che la pubblica discussione e il dissenso sono invece elementi propri di una società democratica, non attentati al totem della potestà suprema di decidere senza alcun limite e alcun condizionamento, che trasforma la legittima autonomia del governo in comando ed arbitrio. Come se il governo del Paese fosse anche l'unico soggetto deputato a "fare" politica nell'Italia del 2008, con un contorno di sudditi. E come se gli studenti fossero clienti, e non attori, di una scuola dove l'istruzione è un servizio e non un diritto.
Se ci fosse un calcolo, le frasi di Berlusconi sembrerebbero pensate apposta per incendiare le Università, confondendo in un falò antagonista i ragazzi delle scuole (magari con il diversivo mediatico di qualche disordine) e i manifestanti del Pd, sabato. Ma più che il calcolo, conta l'istinto, e soprattutto la vera cifra del potere berlusconiano, cioè l'insofferenza per il dissenso.
Lo testimonia l'attacco ai giornali e alla Rai fatto da un Premier editore, proprietario di tre reti televisive private e col controllo politico delle tre reti pubbliche, dunque senza il senso della decenza, visto che a settembre lo spazio dedicato dai sei telegiornali maggiori al governo, al suo leader e alla maggioranza varia dal 50,17 per cento all'82,25. Forse Berlusconi vuol militarizzare anche la libera stampa residua. O forse "salvarla", come farà con le banche.


CIAO!

Claudio ha detto...

Scioccante intervista a Cossiga. Leggete tutti come fermerebbe Cossiga le rivolte studentesche:

Dall’intervista rilasciata dal senatore Francesco Cossiga al quotidiano La Nazione.

Domanda - Presidente Cossiga, pensa che minacciando l’uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?

Risposta - Dipende, se ritiene d’essere il Presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l’Italia è uno Stato debole, e all’opposizione non c’è il granitico PCI ma l’evanescente PD, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia.

D - Quali fatti dovrebbero seguire?

R - Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero Ministro dell’interno.

D – Ossia?

R - In primo luogo, lasciar perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito…

D - Gli universitari, invece?

R - Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri.

D - Nel senso che…

R - Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano.

D - Anche i docenti?

R - Soprattutto i docenti.

D - Presidente, il suo è un paradosso, no?

R - Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!

D - E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? In Italia torna il fascismo, direbbero.

R - Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio.

D - Quale incendio?

R - Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese.

Claudio ha detto...

testo originale dell'intervista

http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=32976406

Anonimo ha detto...

Non meraviglia che cossiga (&Co.) fosse al governo nel momento in cui in Italia si consumavano le stragi di stato.
Cari colleghi e compagni di università continuate la lotta...vorrei tanto ritornare all'Unical per essere tra voi. Ora vivo a Bologna dove sto partecipando alle mobilitazioni nelle scuole. Stasera andrò in piazza maggiore dove si terrà il collegamento con la trasmissione di Annozero in quanto abbiamo saputo che il deputato di forza italia garagnani (il quale ha denunciato alcune mamme per le proteste fatte in questi giorni http://bologna.repubblica.it/dettaglio/E-Garagnani-sfida-le-mamme-al-sit-in-delle-scuole-Longhena/1522774?ref=rephp)si starebbe organizzando con un gruppetto di militanti per sabotare la trasmissione. a presto e buona lotta

..:: Symbian ::.. ha detto...

Oggi sono stato in Aula A per l'assemblea organizzata dal comitato unical.
Ragazzi, questa politica marcia si sta espandendo come la peste nelle istituzioni: sanità, trasporti, informazione, comunicazione. Sono rimaste solamente Giustizia ed Istruzione!!! Questo governo si è prefisso il compito di svuotarle entrambe!! Fatto questo il colpo di stato sarà realizzato in pieno!!
Io non conosco il metodo di protesta migliore da applicare all'Unical. La semplice occupazione è davvero inutile essendo fuori paese?? Forse una soluzione intermedia con lezioni in piazza e manifestazioni sarebbe più giusta?? Non so! So solamente che sicuramente dobbiamo fare rumore! FARCI SENTIRE!!!
Mi spiace sentire persone che iniziavano a borbottare quando si iniziava a parlare di sospendere le attività didattiche. Mi spiace sentire gente che si lamenta anche per aver perso un'ora di lezione...Mi spiace perchè significa che questi ragazzi non hanno capito l'importanza del momento storico che l'Italia sta attraversando! Mi spiace perchè non capiscono che questa è una lotta per la riconquista della democrazia! Non si riconquista una cosa così importante senza perdere qualcosa, senza fare sacrifici.
Se sarà necessario occupare...OCCUPEREMO!!!
Se sarà necessario andare ogni giorno a fare un corteo...LO FAREMO!!!
SE NON ORA...QUANDO???
Se stiamo con le mani in mano sicuramente non perderemo questi giorni di lezione, ma quanti dal prossimo anno in poi potranno permettersi una retta triplicata?
Quanti dal prossimo anno potranno avere accesso ad un'istruzione di alto livello?
SE NON ORA...QUANDO???
NON LASCIAMO NIENTE DI INTENTATO!!! Preferisco perdere 2 mesi di lezione ma dire di averci provato e non stare con le mani in mano...aspettando che qualcuno faccia qualcosa per me!
Preferisco dire ai miei figli di aver lottato per la salvaguardia dei miei diritti e non di non aver potuto fare nulla altrimenti avrei perso qualche settimana di lezione!
Cos'è meglio salvare un mese di lezione ora...o l'istruzione per sempre!???
Concludo prendendo in prestito una frase del blogger più famoso al mondo...
Loro non molleranno mai, noi neppure!


PS: sono uno studente dell'ultimo anno della specialistica di ingegneria, quindi, in teoria, tutto questo "fare baldoria" va contro i miei interessi. In fondo, tra qualche mese finisco i corsi, magari ci metterò un altro anno e poi via! Non succede niente per un anno di tasse salatissime! Ma con quale coraggio posso lasciare alle generazioni future questo peso senza dire di averci provato?

Anonimo ha detto...

Oggi sono rimasto sconvolto dal modo in cui i tg trattano il movimento di protesta. In modo confuso, senza spiegare le vere motivazioni delle mobilitazioni, facendoci passare per casinisti che non hanno voglia di studiare. Ho scritto un intervento al riguardo... è veramente assurdo il punto al quale siamo arrivati. Spero di riuscire a passare in assemblea domani pomeriggio, ad ogni modo sono certo che il 28 saremo numerosissimi. Dobbiamo darci da fare, ci stanno usando e manipolando!

Anonimo ha detto...

Non mi stupisco che i tg non parlino delle motivazioni della protesta... Ma quello che mi fa andare ancora più in bestia è che trasmissioni di altro genere, che a loro dire fanno informazione, in realtà disinformano e strumentalizzano.
Copio qui un commento che ho fatto ieri su un forum che frequento:

Stamattina guardavo un pò di tv dopo colazione. Facendo zapping capito su Mattino 5, dove parlavano proprio delle manifestazioni degli studenti. Mi son fermata ad ascoltare. Mai l'avessi fatto, mi è preso un attacco di orticaria.
Dopo il simpatico opinionista chiaramente progoverno, la parola passa per una breve chiosa sul tema ad un altrettanto simpatico se dicente opinionista - non ricordo il nome al momento, ma permettetemi di chiamarlo big Jim, perchè l'aspetto era quello, abbronzato e di un improbabile biondo californiano - che con toni molto pacati e rassicuratori blandiva il pubblico con parole come "quando si è in democrazia se si ha qualcosa da dire lo si può fare civilmente e senza ricorrere alle proteste, che si fanno, invece, quando chi ti sta di fronte non ascolta" e "perchè miei cari telespettatori, le opinioni che vi siete fatti hanno lo stesso valore sia che restiate a casa sia che andiate in una manifestazione".
Finita la postilla il presentatore prende la parola "e continuiamo adesso a parlare di proteste, ma non delle loro motivazioni, ma dal punto di vista della loro strumentalizzazione politica".

Permettetemi di dire una cosa: mi inchino di fronte a simili plasmatori di parole, che con toni pacati e rassicuranti insinuano nella mente di spettatori tranquilli l'idea che le marce studentesche e le assemblee e tutti i mezzi di protesta che agitano in questi giorni tutte o quasi le università italiane sono cose che non li riguardano, che rientreranno presto, che sono una cosa molto simile a quella che qui al sud viene chiamata 'novembrite', ossia quella breve stagione in cui gli studenti delle scuole superiori sono presi dalla malattia dello sciopero facile e qualsiasi tematica di attualità va bene per non entrare e andare al centro commericiale, solo che stavolta, inspiegabilmente, ha contagiato gli studenti universitari.

Dicano quello che vogliono, per quanto mi riguarda la protesta non solo è valida, ma assolutamente necessaria.pedinth